Premessa
Con il Decreto Ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” sono state adottate le disposizioni per il riassetto delle reti di patologia, articolate nelle fasi emergenza-urgenza, ospedaliera e territoriale, secondo il modello Hub and Spoke o con altre forme di coordinamento ed integrazione professionale.
Con un successivo atto della Conferenza Stato-Regioni sono state definite le linee guida per la revisione delle reti cliniche tempo-dipendenti mentre la strategia complessiva per la gestione delle patologie croniche viene individuata dal “Piano Nazionale della Cronicità” del 15 settembre 2016. Tale strategia si basa sulla proposta di linee di intervento individuate attraverso criteri quali la rilevanza epidemiologica, la gravità, l’invalidità, il peso assistenziale ed economico e la difficoltà di diagnosi e di accesso alle cure.
Successivamente la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute ha predisposto lo schema di decreto che specifica finalità, struttura e modalità applicative del “Nuovo Sistema di Garanzia (NGS) dei Livelli Essenziali di Assistenza, Monitoraggio e Valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutico assistenziali (PDTA)” del 12 marzo 2019, definito come un sistema descrittivo, di valutazione, di monitoraggio e di verifica dell’attività sanitaria erogata. Il NSG si articola in un insieme di indicatori relativi ai tre macro-livelli di assistenza (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera) e prevede il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutico assistenziali (PDTA) per specifiche categorie di bisogni o condizioni di salute. La valutazione dei PDTA a livello regionale e nazionale deve essere effettuata in termini di appropriatezza, esito clinico, equità ed impatto economico.
I tre setting assistenziali identificati afferiscono all’area dell’emergenza-urgenza, all’area ospedaliera e all’area territoriale. Viene presentato un metodo di integrazione professionale, al fine di superare le possibili frammentazioni tra setting. La rete, in tal senso, diventa il contesto di sistematizzazione dei processi operativi sia di carattere clinico che di carattere organizzativo.
Contesto
Il DM 70/2015 ha previsto che all’interno del disegno della rete ospedaliera sia necessaria l’articolazione delle reti per patologia che integrino l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale.
La definizione di rete clinico-assistenziale secondo la definizione di AGENAS (Accordo Stato Regioni del 24 gennaio 2018) è la seguente: “La Rete clinico-assistenziale è un modello organizzativo che assicura la presa in carico del paziente mettendo in relazione, con modalità formalizzate e coordinate, professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e sociosanitari di tipologia e livelli diversi nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica ed organizzativa. La Rete individua i nodi e le relative connessioni definendone le regole di funzionamento, il sistema di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento dei cittadini”.
In questo contesto, Azienda Zero ha iniziato a svolgere in relazione al suo mandato regionale di coordinamento l’attivazione e, laddove già attive, il riordino di tutte le reti specialistiche incluse le reti tempo dipendenti e dei servizi (trasversali ad ogni rete). La finalità delle reti secondo la logica di Azienda Zero è quella di facilitare ed orientare l’azione programmatoria della Regione attraverso una serie di indicazioni e di indirizzi trasmessi per il tramite della rete a tutte le ASR, secondo criteri di carattere clinico-organizzativo condivisi e basati su evidenze scientifiche. Le attività avviate dai gruppi tecnici di rete devono perseguire l’obiettivo di garantire un miglioramento della qualità dell’assistenza nelle dimensioni dell’appropriatezza, dell’efficacia, dell’efficienza e dell’accessibilità alle cure. Tutto ciò premesso determina un confronto tra i diversi modelli di governance aziendali per le patologie croniche ed acute, identificando ove presenti strategie organizzative che coniughino efficacia (effectiveness), costo-efficacia (cost-effectiveness), formazione, ricerca e sostenibilità economica.
Modello organizzativo
Azienda Zero per ottemperare al suo mandato di coordinamento regionale, in previsione dell’attivazione delle diverse reti, ha redatto un “Piano delle Reti” contenente i cinque punti cardinali dell’organizzazione di rete: la struttura di base (tipologia, interconnessioni di rete e setting assistenziali), il modello organizzativo (coordinamento e integrazione professionale per il tramite delle interconnessioni di rete), la formazione, l’allocazione delle risorse (censendo le strutture, le professionalità e le tecnologie coinvolte a livello regionale), il sistema di monitoraggio e valutazione.
Ogni gruppo tecnico regionale, sulla base delle indicazioni contenute nel piano regionale, definisce un proprio piano operativo rispettando il cronoprogramma delle attività condivise con i professionisti della rete e con Azienda Zero oltre alla descrizione degli elementi di contesto e alle azioni necessarie per il monitoraggio degli obiettivi.
Nel piano di rete vengono identificati, inoltre, alcuni aspetti di tipo regolatore che attengono alle modalità e alle tempistiche legate agli incontri con i gruppi tecnici. Ogni rete clinico-assistenziale, sia essa tempo-dipendente o per la cronicità, è stata strutturata secondo il modello di Azienda Zero, rispettando il principio della rappresentatività territoriale in relazione alle macro aree omogenee in cui viene abitualmente suddivisa la realtà sanitaria piemontese.
Viene individuato un coordinatore per ogni gruppo tecnico che, pur nel rispetto dell’autonomia delle differenti professionalità, coordina la diffusione delle conoscenze clinico-organizzative alle aziende sanitarie, garantendo uniformità nelle modalità di accesso al percorso da parte del paziente e promuovendo l’integrazione dei diversi stakeholders. Il Coordinatore, inoltre, deve monitorare:
- lo stato d’avanzamento delle attività del gruppo tecnico articolate in un numero di sottogruppi equipollente al numero di attività avviate;
- il raggiungimento degli obiettivi condivisi con Azienda Zero;
- l’eterogeneità nella composizione dei diversi gruppi di lavoro.
I tre macro-obiettivi definiti con i professionisti del gruppo tecnico di rete sono i seguenti:
- obiettivi in ambito organizzato-gestionale declinabili nella costruzione di modelli organizzativi che rispondano alle esigenze dei bisogni sanitari e nell’individuazione dei nodi di rete potenziali con altre realtà professionali affini;
- obiettivi in ambito clinico-scientifico focalizzati alla produzione di cultura scientifica per garantire appropriatezza, sicurezza, qualità ed omogeneità di cura sul territorio regionale (ad. es. PDTA o linee di indirizzo);
- obiettivi in ambito formazione-informazione volti a sviluppare percorsi informativo-comunicativi per i cittadini al fine di facilitare la presa in carico e attività di formazione per i professionisti sanitari coinvolti.
Azienda Zero garantisce il coordinamento di tutte le attività dei gruppi tecnici, offrendo un supporto di tipo metodologico e procedurale, funzionale agli output di rete condivisi, oltre a veicolare proposte in Assessorato da inserire negli ambiti di programmazione.
Al fine di misurare la qualità del lavoro svolto dai gruppi tecnici all’interno delle reti di patologia, vengono identificati strumenti quali gli audit esterni ed interni, oltre all’utilizzo di un cruscotto di KPI (key performance indicators).
Conclusioni
Nel corso dell’anno 2023 sono state trasferite sotto la competenza di Azienda Zero o attivate de novo più di 20 reti di patologia; tra queste figurano quattro reti tempo-dipendenti (area emergenza cardiologica, area emergenza chirurgia vascolare, area emergenza stroke e area emergenza traumatologica), reti specialistiche e reti trasversali come l’anatomia patologica, la radiologia, la medicina di laboratorio, la riabilitazione. All’interno di ognuna di queste reti sono stati individuati i sottogruppi sulla base delle peculiarità delle stesse ed in funzione delle tematiche prioritarie per gli stessi gruppi tecnici. Le attività definite hanno denominatori comuni quali:
- razionalizzazione dell’offerta dei diversi nodi e delle strutture della “Reti”;
- governo delle interdipendenze al fine di garantire l’integrazione tra i diversi setting assistenziali e il raggiungimento dei LEA (prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera);
- sviluppo delle pratiche basate sull’evidenza scientifica e miglioramento della sicurezza, dell’appropriatezza clinica e organizzativa;
- sviluppo e miglioramento dei percorsi di salute e diagnostici terapeutici ed assistenziali per garantire l’adeguata “presa in carico” del paziente in forma omogenea sul territorio regionale;
- analisi e miglioramento dell’accesso alle prestazioni e delle liste e dei tempi di attesa;
- analisi e ottimizzazione della mobilità attiva e passiva;
- razionalizzazione dell’uso delle risorse, con particolare riferimento ai farmaci, ai presidi, alle tecnologie e alla logistica;
- formazione dei professionisti;
- ricerca e governance dell’innovazione;
- interoperabilità dei sistemi informativi.
Entro dicembre 2023, secondo il cronoprogramma in essere e concordato con Azienda Zero, ogni gruppo tecnico regionale ha l’obiettivo di presentare almeno un documento in ambito clinico scientifico, sia esso un PDTA o una linea di indirizzo.
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