Come possiamo promuovere salute in un contesto socio economicamente svantaggiato, dove le persone faticano a sentirsi parte di una comunità che le sostiene, percepiscono di vivere in un contesto insicuro, degradato e dotato di strade trafficate e poco adatte a muoversi a piedi o in bicicletta?
Non è un caso, infatti, che la deprivazione socioeconomica, da sola, costituisca il principale determinante di salute, responsabile di disuguaglianze evitabili, ampie e documentate anche all’interno di una stessa città come Torino tra chi vive nei quartieri più agiati e chi risiede in periferia.
La ricca letteratura disponibile sulle disuguaglianze di salute, in larga misura prodotta proprio a partire dallo Studio Longitudinale Torinese, ha costituito il punto di partenza per l’avvio di un progetto condiviso tra ASL TO5 e ASL Città di Torino volto a promuovere salute nelle aree urbane attraverso la creazione di contesti facilitanti l’adozione di stili di vita salubri (Urban Health).
Questo mandato istituzionale, derivante dal Piano Regionale di Prevenzione, di cui due pilastri fondamentali sono Equità e Intersettorialità, ha portato a costituire un gruppo di lavoro interaziendale che ha proposto di far convergere gli sforzi di promozione della salute sull’area di Piazza Bengasi, periferia sud di Torino, al confine con la città di Moncalieri, quinta realtà urbana del Piemonte.
La zona individuata non costituisce soltanto un punto di incontro tra le competenze territoriali delle due ASL, ma rappresenta l’area in cui le evidenze di letteratura hanno fatto emergere un maggiore bisogno di salute legato principalmente al disagio socioeconomico. Si tratta, infatti, di una realtà periferica complessa, in buona parte dominata da degrado e vandalismo, percorsa da infrastrutture urbane che scoraggiano la mobilità attiva e la cui insicurezza è recentemente peggiorata a seguito dello spostamento del mercato permanente per la cantierizzazione necessaria a spostare in Piazza Bengasi il capolinea della metropolitana.
In un contesto di questo genere, più che altrove, è evidente che le iniziative di promozione della salute non possono essere appannaggio dei soli operatori sanitari, ma devono necessariamente coinvolgere le comunità locali, le amministrazioni pubbliche e tutti gli altri stakeholder che a vario titolo possono essere interessati, affinché si creino ambienti facilitanti l’adozione di stili di vita salutari e l’attivazione delle comunità a supporto delle persone più fragili, come raccomandato da diversi decenni dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute, in coerenza con i principi ispiratori di “Salute in tutte le politiche”,
Il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL TO5, dunque, si è fatto promotore del progetto “Piazza Bengasi e dintorni, un progetto di rigenerazione urbana e comunitaria per la salute collettiva”, formalizzato con una Delibera del Direttore Generale a febbraio 2023 e perfezionato nei mesi successivi con un accordo di programma tra ASL e amministrazione comunale di Moncalieri (a cui faranno seguito i necessari atti formali tra gli Enti sul versante torinese). L’obiettivo generale del progetto è la coprogettazione, con gli stakeholder locali di un intervento di rigenerazione urbana volto a promuovere la coesione e le reti sociali, la creazione di aree verdi e camminabili per l’adozione di stili di vita attivi per contribuire a ridurre le disuguaglianze di salute esistenti. Alla base di questa iniziativa c’è la scommessa che si possa invertire il paradigma a cui siamo assuefatti, quello per cui “il degrado richiama degrado”, investendo, invece, su una “GEntilezza COntagiosa” (da cui la proposta di marchio del progetto “GE.CO”), ovvero un circolo virtuoso innescato dalla cura del territorio e dalla fruizione degli spazi urbani da parte dei residenti.
Dal confronto con gli operatori dell’ASL Città di Torino, dunque, è emersa l’opportunità di far convergere su quest’area le principali attività condotte nell’ambito del Piano Locale della Prevenzione utili a incrementare le occasioni per creare sinergia tra settore sanitario ed extrasanitario, con l’obiettivo di rafforzare le comunità locali in un’ottica equity-oriented. In alcuni casi si tratta di pratiche già consolidate (es. proposte presenti nel catalogo dell’offerta formativa rivolto alle scuole come Affy fiutapericoli, Unplugged, gruppi di cammino, Safe Night etc.), in altri si tratta di interventi da costruire e modulare insieme agli stakeholder locali (interventi di urbanismo tattico per migliorare la camminabilità e gradevolezza del territorio, orti urbani e cucine didattiche per facilitare le reti sociali e al contempo sensibilizzare sulla sicurezza domestica e alimentare, sulle pratiche di svezzamento, Centro Servizi Distrettuale Integrato per la presa in carico di utenze fragili, interazione con mediatori culturali per migliorare l’adesione allo screening etc.).
In definitiva il progetto coinvolge più della metà dei Programmi del Piano Locale di Prevenzione (PP1 – Scuole che Promuovono Salute, PP2 – Comunità Attive, PP4 – Dipendenze, PP5 – Sicurezza negli Ambienti di Vita, PP9 – Ambiente, Clima e Salute, PL11 – Primi Mille Giorni, PL 12 – Promozione della Salute nella Cronicità, PL13 – Alimenti e Salute, PL 15 – Screening oncologici), oltre ai componenti del gruppo Governance (PL16) e diversi Dipartimenti e Servizi aziendali.
Il progetto, formalmente iniziato a dicembre 2023, durerà 36 mesi: il primo anno sarà dedicato ad attività di stakeholder engagement, seguite dalla ricerca di letteratura sugli interventi più promettenti che possano essere declinati nella realtà locale secondo gli esiti della consultazione e infine la realizzazione delle attività coprogettate con gli attori coinvolti, per terminare con la valutazione dei risultati da effettuare nell’ultimo anno, secondo il ciclo dell’Health Equity Audit (HEA) adottato come guida metodologica.
Il Progetto “Piazza Bengasi e dintorni”, infatti, è stato presentato nell’ambito di corsi regionali e nazionali rivolti agli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione come esempio di Health Equity Audit da applicare all’Urban Health che risponde al mandato, proveniente dai documenti di Pianificazione, di progettare interventi orientati all’equità anche a livello locale.
Alla domanda provocatoria posta in partenza, dunque, la migliore risposta è non lasciarsi scoraggiare dalla grandezza della sfida ma porsi un obiettivo alla volta e far convergere le risorse su attività concrete per realizzare, passo dopo passo, ciò che sembra impossibile.